La favola della buonanotte: Greta e il grande albero
Abbiamo creato per te la rubrica "La favola della buonanotte". Un rituale importante per grandi e per piccoli. Con la rubrica della favola della buonanotte ti raccontiamo una favola per farti passare un dolce momento prima di andare a dormire.
La favola del mercoledì della buonanotte scelta per te è:
La troll Greta, ascoltando la voce del Grande Albero, ha cambiato le sorti del sottobosco aiutandolo a essere sostenibile e ad impatto zero.
Ci fu un tempo in cui tutte le fate del sottobosco furono chiamate a raccolta nel regno magico perché nel mondo degli umani stavano succedendo cose molto pericolose e dovevano intervenire insieme per evitare la catastrofe.
Durante quel lungo periodo di assenza i troll, per il solo fatto di essere più grandi, grossi e ricchi dei folletti, iniziarono a dettare le regole del sottobosco. A loro piaceva divertirsi e non lavorare, per cui iniziarono a organizzare la giornata.
Al mattino sveglia tardissimo.
Basta con le sveglie mattutine per andare a scuola!
Dicevano.
E ovviamente a scuola ci si andava raramente, se e quando avevano voglia. Appena alzati, una colazione con 20 banane, 30 kiwi e cioccolata, tanta cioccolata. Una volta che la colazione era finita, dopo più di un’ora, ognuno di loro trascorreva ciò che restava della mattinata oziando, all’ombra di qualche albero e i più attivi, pochi a dire il vero, giocavano a palla o a carte.
Il pranzo era ancora più abbondante della colazione, con carne, pesce, frutta e pasta, tanta pasta. Il pomeriggio, dopo un pisolino di almeno due ore, tutti i troll andavano a vedere le gare delle ranocchie e si azzuffavano per tifare per l’una o per l’altra.
Al tramonto arrivava il momento della cena e anche quella era ricchissima di cibo di ogni genere: formaggi, latticini, salumi e frutta. I folletti, a loro volta, non ci misero molto ad adeguarsi allo stile di vita dei troll: niente scuola, cibo in abbondanza e divertimento ad ogni ora. Niente studio, niente lavoro e soprattutto nessun orario.
Addirittura i folletti cominciarono ad essere felici della mancanza delle dolci fatine e cominciarono a credere che fossero molto meglio i troll.
Il tempo passava e il Grande Albero borbottava sempre più forte.
Una piccola troll di nome Greta si avvicinò al Grande Albero e gli chiese cosa avesse da borbottare.
Il Grande Albero disse:
Se continuate a usare tutte le risorse del sottobosco in modo così sconsiderato, e nessuno si preoccuperà di produrre quello che serve per la sopravvivenza di tutti i giorni, molto presto non avrete più di che vivere.
La piccola Greta prese molto sul serio le parole del Grande Albero e immediatamente andò dai suoi amici troll a raccontare ciò che le aveva detto, cioè che non dovevano utilizzare le risorse del sottobosco in quel modo e che avrebbero dovuto produrre almeno la stessa quantità di risorse sfruttate durante una giornata prima di ricominciare a consumare.
Questo significava lavorare, mangiare meno e soprattutto studiare per trovare il modo di creare più frutta, più piante e alberi.
I troll non vollero capire l'allarme lanciato da Greta e continuarono a consumare tutto quanto il sottobosco offriva. Per fortuna, però, tutti i folletti si fidarono delle sue parole e da quel momento iniziarono a rispettare le indicazioni del Grande Albero.
Si alzavano presto, facevano una giusta colazione e andavano a scuola. Pranzavano velocemente e il pomeriggio coltivavano i campi per produrre frutta, grano e allevare i loro animali per il latte, il formaggio e le uova. Iniziarono a produrre più di quello che consumavano e fecero anche alcune scorte.
I troll ben presto non ebbero più di che vivere e cominciarono a soffrire la fame, soprattutto non sapevano più che fare perché avevano dimenticato come si coltivava la terra e come si allevavano gli animali.
Chiesero aiuto ai piccoli folletti, che furono subito molto disponibili ad aiutarli, domandando in cambio di seguire le stesse regole e di impegnarsi nel lavoro e nella scuola.
I troll si guardarono fra loro e, dopo un attimo di titubanza e presi dai morsi della fame, accettarono.
Il sottobosco divenne florido e le risorse che si producevano avrebbero potuto sostenere anche più troll e più folletti, perché tutti erano attenti a consumare meno di quello che si produceva.
E quando finalmente le dolci fatine tornarono e videro quel mondo così sostenibile pensarono:
Per fortuna che qui nel sottobosco non ragionano come gli umani!
(© 2021 Favole per bambini)
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